Croce Rossa Varese VS Coronavirus a 360 gradi
Dopo i mesi di acuta pandemia sono i numeri che parlano, quelli del progetto “Croce Rossa Varese VS Coronavirus a 360 gradi” che il Comitato di Varese della Croce Rossa Italiana elenca e che riguardano oltre 90 giorni di impegno nella fase di lockdown durante i quali i 30 volontari impegnati hanno consegnato spese, farmaci e pasti pronti, hanno ascoltato chi aveva bisogno di un conforto e hanno organizzato turni dalle 8 alle 20 sette giorni su sette. Obiettivo? Non far mancare l’aiuto alle categorie più fragili come gli anziani e le persone sole, ma non solo.
Il progetto, sostenuto dal Bando “Insieme per Varese” è stato uno di quelli che da subito è andato a passo spedito. «L’inizio del mese di marzo dell’anno 2020 rimarrà sicuramente una delle date più difficili della storia del nostro Comitato – dicono i promotori del progetto -. Il palesarsi dell’emergenza causata dal Covid-19 ha reso tutti noi ancora più reattivi e rapidi nell’organizzarci per rispondere allo stato di emergenza». È stato avviato lo studio di fattibilità dell’apertura di un luogo in grado di raccogliere le richieste di aiuto e assistere i più bisognosi, e in poche ore è nata la sala di risposta sociale ubicata nella sede distaccata di Gazzada. «Grazie al sostegno della Fondazione Comunitaria del Varesotto, si è riusciti ad adempiere al compito al quale ogni persona che indossa l’emblema della Croce Rossa è chiamato: aiutare chi ha bisogno».
La sala risposta sociale ha organizzato nell’immediato squadre di operatori formate da volontari, componenti del Corpo militare e del Corpo delle infermiere volontarie, e volontari temporanei, impegnati dalle ore 8 alle 20, 7 giorni su 7, guidati da due dipendenti che hanno coordinato le attività presso il centralino della sala. «Tutti insieme, per oltre novanta giorni – dicono dalla Croce Rossa – abbiamo affiancato la popolazione di Varese e dei territori limitrofi».
Il Progetto prevedeva sia il sostegno diretto alla popolazione più fragile e vulnerabile con acquisti di prima necessità, che il sostegno psicosociale, informativo e orientativo: impegnati ogni giorno 30 volontari; un totale di 2.460 turni; 470 spese a domicilio;
430 consegne di farmaci a domicilio (volte il ritiro del farmaco era presso Ospedali di Milano o altre città); 624 consegne di pasti pronti; 590 telefonate di “ascolto e dialogo, con momenti di supporto a persone che si trovavano sole, isolate dalla famiglia, a volte spaventate dalla situazione provocata dall’epidemia o che avevano solo bisogno di parlare e trascorrere qualche momento in compagnia.